14.10.17

Antartide, i ghiacci si riducono

"Di 66 metri sarà aumentato 
un bel giorno il livello medio dei mari 
per lo scioglimento del ghiaccio-su-terra...
Di questi, ben 58 saranno stati causati 
dallo scioglimento antartico."
David Vaughan, IPCC* (2013)

Mentre è ancora presto per discutere dell'immenso buco nei ghiacci marini antartici rilevato in settembre (nel linguaggio specialistico geografico, si tratta di una "polinia", ovvero area d'acqua marina libera dai ghiacci e circondata dalla banchisa) che si trova in posizione 64°S 5°E nella Terra della Regina Maud di giurisdizione norvegese), un punto è possibile sull'estensione massima del ghiaccio marino, tratto dai recentissimi dati del National Snow and Ice Data Center**. 
Le cose pare non vadano ne' meglio, ne' bene per l'emisfero sud del Pianeta. Lo si vede dalle curve degli anni precedenti, rispetto alla azzurrina del 2017...

La massima estensione invernale antartica per il 2017 è ben sotto ai 18 milioni di kilometri quadrati, l'annata è la seconda degli ultimi decenni, di molto inferiore alla media trentennale che si attesta a poco meno di 19 mln di km². La causa ritenuta principale dello scioglimento (o piuttosto del non-congelamento) di quest'anno è stata l'inusuale intensità e presenza di vento, addirittura con alcune settimane di tempesta di troppo, con conseguente fattore d'onda elevato, cosa che ha logicamente impedito, a parità di temperature localmente nella media, una coesione duratura ed un aumento di spessore delle parti di banchisa più sottili. 

Quanto alle medie delle temperature atmosferiche, il Reader Project*** possiede la cronologia di varie stazioni meteo degli ultimi decenni. In particolare, la media di settembre 2017 alla stazione di rilevamento Vostok a 3490 m di altitudine (e che giace sopra 3000 metri di ghiaccio accumulato negli ultimi 500 000 anni) è stata di -66,2°C, nella norma. 
Per la stazione Carlini/Jubany****, a soli 3 m di altitudine e ben vicina al continente americano, la media è stata di -3,6°C, pressochè identica alla media degli ultimi 12 anni. Scartabellando tra le varie stazioni ed i dati disponibili, mediamente mi pare di poter dire che le temperature sono nella media degli ultimi 40 anni. 
Conclusione... Le cose potevano peggiorare anche per l'Antartide. E lo hanno puntualmente fatto. L'immissione in atmosfera, senza precedenti, di gas serra degli ultimi decenni a causa dell'era bruciolitica che mangia carbone, petrolio, gas, legname come non mai... sta avendo conseguenze anche laggiù. Poco contano i dati sulle abbondanti nevicate dell'annata in corso (che denotano una umidificazione ed un certo riscaldamento atmosferico), il trend antartico è anch'esso negativo. 

*link : http://ipcc.ch/
**link : http://nsidc.org/arcticseaicenews/ 
***link : https://legacy.bas.ac.uk/met/READER/
****link : https://en.wikipedia.org/wiki/Carlini_Base
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5.10.17

Porto Rico, 20 giorni dopo Maria


"Le cose vanno molto male a Porto Rico. 
Niente acqua, niente energia, niente gas. 
Nessuno di coloro che arrivano sa quando tornerà indietro." 
Yaima Escobar, portoricana a Miami 

I danni estremi causati a Porto Rico dal passaggio dell'uragano Maria non sono ancora calcolabili con precisione, anche perchè lo strascico di eventi correlati non è terminato, ma le ultime notizie* confermano che il primo bilancio era purtroppo ottimistico. 

Il danno economico totale si attesta attorno ai 90 miliardi di dollari, ed il dato sulle perdite umane sale a 34 e non 16 come comunicato fino a pochi giorni fa, per fortuna siamo lontani dai 1800 morti sul suolo americano causati da Katrina nel 2005, ma per quel che riguarda il danno di Maria sull'economia portoricana, la cifra di 90 miliardi è spaventosa. Incute paura se consideriamo che è pari ad oltre il 90% del PIL nazionale. Nessun paese al mondo mi pare abbia subito una catastrofe di tale portata nell'era moderna (mi correggeranno i lettori, se sbaglio).

E come reagiscono i portoricani?
Scappando**. Dopo il ripristino dell'aeroporto internazionale i voli sono ora regolari e chi ha potuto comprare un biglietto è già partito, altri sono in coda accampati dentro e attorno all'aeroporto principale del paese. Da qualche giorno alcuni porti marittimi hanno ripreso ad operare ed i rifugiati climatici portoricani stanno arrivando in Florida anche via nave, ad un ritmo di circa 3000 al giorno (dato estrapolato dai racconti ed articoli disponibili on-line).
Nessuno è ancora in grado di stabilire quanti siano già partiti, secondo il governatore di Porto Rico, Ricardo Rossello "Non saranno migliaia a partire da Porto Rico per gli Stati Uniti, ma milioni."
...Visto che attualmente l'isola prima dell'uragano Maria contava 3,4 milioni di abitanti, oltre la metà potrebbe partire entro pochi mesi ed in tutti i modi possibili.

*link : https://www.japantimes.co.jp/news/2017/10/04...
**link : http://www.latimes.com/nation/la-na-puerto-rico...
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1.10.17

Porto Rico : penuria di cibo, energia, denaro

"Niente agricoltura a Porto Rico. 
Non c'è più, non ce ne sarà più per almeno un anno."
José A. Rivera, contadino

Notizie frammentarie a dieci giorni dopo il passaggio dell'Uragano Maria... Ma i primi calcoli effettuati dalle istituzioni portoricane parlano di una perdita economica dell'agricoltura pari ad almeno 800 milioni di dollari, record storico che batte anche i danni dell'uragano Georges nel 1998, con la distruzione dell'80% dei raccolti. Vero è che l'agricoltura mette assieme nemmeno l'1% del PIL portoricano, ma l'isola aveva tutto sommato un "fattore 15%" di autonomia alimentare, ora dovrà importare e per svariati mesi ben oltre l'85% per sfamare tutti quanti.


Dal punto di vista energetico, il noto black-out elettrico totale, che non è ancora stato interamente risolto, e non lo sarà se lo sarà prima di qualche anno (forse una rete elettrica nazionale e che copra tutto il territorio non esisterà mai più), è dovuto non solo alla violenza dell'evento ma allo stato pietoso del sistema elettrico portoricano, sia dal punto di vista dell'infrastruttura, che dal punto di vista finanziario. Infatti la PREPA** (Puerto Rico Electric Power Authority) doveva già fare i conti con un debito totale, fuori-controllo, di circa 9 miliardi di $ e da qualche mese era stata lanciata la procedura di fallimento, quindi PREPA è una società già in bancarotta visto il passaggio di Maria. Come si legge nell'articolo sotto, da molti mesi addirittura era in cessazione di molti pagamenti e 30% del personale è stato licenziato dal 2012, senza giovamento nei conti di PREPA. Ciliegina sulla torta, nessuno ha voluto o potuto fare i conti con centrali elettriche in media vecchie di 44 anni, la maggiorparte senza alcuna manutenzione e gli standard di sicurezza minimi non sono rispettati da anni. Per quel che riguarda i carburanti, c'è ancora molta confusione, ma le code ai distributori (vedasi foto del 30 settembre, qui sotto) sono di varie ore per una tanica a persona, ma dipende dalle località dell'isola ed ancora non capisco se il coprifuoco (tuttora in atto nelle ore notturne) riguardi anche le vetture private, anche durante il giorno, per alcune zone dell'isola.


Pare che anche il "cash" sia terminato***. Dapprima limitato a 500 $ al giorno per conto corrente, laddove ci fosse stata comunque energia elettrica per erogare denaro, ora il contante è terminato in varie località ed anche allo sportello (laddove le banche abbiano potuto riaprire in sicurezza). Ma d'altronde cosa comprare...? La maggiorparte dei denari ritirati nei primi giorni dopo l'uragano, pare sian stati spesi non tanto per comprare beni di prima necessità, ma per prenotare voli, appena disponibili, e andarsene ricongiungendosi con parenti o amici emigrati in altri stati del continente americano.

Conclusione di questo post... Chi ancora neghi il collasso globale in corso (ecologico, economico, sociale e culturale), non sarà certo convinto dall'odore portoricano nauseabondo dei campi con animali e raccolti in putrefazione, aumentato dall'accumulo di tonnellate di pattume e di deiezioni umane,... perchè nonostante le foto e le testimonianze, l'ottimista non si fa coinvolgere da questo odorino di morte, prova puntuale e locale dell'esistenza appunto di un collasso globale, di cui alla fine "Porto Rico dopo Maria" è un piccolo e lontano esempio...
Quindi, che dire? Che io non scrivo per convincere nessuno a prepararsi, ad armarsi, a fare provviste per eventi catastrofici in particolare, ma testimonio come posso perchè chi legge rinforzi la propria resilienza famigliare, del proprio vicinato o comunità, nel paesino, nel quartiere... Per come è in grado di farlo, ma che questo vada fatto ed al più presto ed in tempi di relativa pace e calma.
Sapendo tuttavia che... le prime cose a mancare, per più giorni ed in modo massiccio, in casi come quello che affligge i portoricani da dieci giorni ad esempio, sono :
- elettricità (quindi acqua potabile, denaro virtuale, rete telefonica e internet,...) ;
- carburanti (ne' per mobilità, ne' per trasporto, riscaldamento, cucina...) ;
- cibo (cibi freschi e soprattutto locali, a partire da quelli del proprio orto, che è in questo caso distrutto) ;
- denaro contante...
Ah, se siete davvero degli inguaribili ottimisti, beh queste cose vi mancherebbero comunque, nelle stesse condizioni di quei signori nella foto in coda per 10 litri di gasolio; e forse mancheranno più a voi che al vostro vicino pessimista. Al quale, inoltre, non mancheranno le armi e le pallottole.

*link : https://www.nytimes.com/2017/09/24/us/puerto-rico-...
**link : https://www.thestar.com/news/world/2017/09/21/puerto-ricos-electric-...
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26.9.17

Porto Rico, cronache di una distruzione

"E' un disastro totale."
R. H. Torres,
sindaco di Juana Diaz,
22 settembre 2017*

Colombo la scopre nel 1493, abitata da pochi indigeni e decide di battezzarla "San Giovanni Battista", ma per tutti dal 16esimo secolo è sempre stata l'"isola della Città del Porto Ricco" (di zucchero, tabacco, caffé...), poi diventata semplicemente "Porto Rico". Già nel 1513, i locali delle tribù della civilizzazione Taino son decimati ed insufficienti ai colonizzatori per i lavori forzati sull'isola, vengono importati i primi schiavi africani.
Porto Rico da allora ha avuto un'esplosione demografica pressochè costante, terminata drasticamente a ridosso dell'anno 2000 (quasi quattro milioni di abitanti allora, meno di 3 milioni 400mila oggi**). La situazione economica, politica ed amministrativa attuale dell'isola è più che complessa : nessuna rappresentanza all'ONU, stato libero ma associato agli Stati Uniti con trattato di commonwealth, garantita la nazionalità ma non la cittadinanza americana per gli abitanti, un indebitamento pubblico che batte tutti gli stati caraibici, perfino Haiti, tanto che l'isola ha la reputazione di "Grecia dei Caraibi"...


Perchè me ne occupo? Perchè ne parlo? Perchè credo che dopo la stagione degli uragani di quest"anno, la situazione attuale e futura di Porto Rico sia un esempio da seguire per tutte le tragedie climatiche future.
Perchè alla fine Porto Rico è un sistema chiuso, con stile di vita calcato su standard occidentali, discretamente industrializzato e piuttosto evoluto nei propri servizi, che somiglia molto più di quel che crediamo ai nostri paesi industrializzati, che sono meno isolati tra loro di quanto lo sia questa isola da altri luoghi mediamente "ricchi".
E soprattutto perchè dopo la stagione degli uragani 2017, Porto Rico con i suoi 3 milioni e mezzo di abitanti sta vivendo momenti durissimi ed un razionamento di fatto di tutti i beni che sono il fondamento del nostro modo di vivere, di un mondo tutto sommato funzionante, pacifico ed aperto all'altro ed al futuro.


Ancora oggi, dopo il passaggio di Maria la situazione è confusa***, pare che i morti "di uragano" siano non oltre 25 ed i danni stimati al momento sono tra gli 8 ed i 10 miliardi di dollari (pari a circa 10% del PIL, molto ma non estremo), all'aeroporto**** centinaia di portoricani bivaccano, i voli sembrano ripresi, sono sempre più coloro in attesa di partire e ritrovare parenti altrove (la gran parte dei portoricani è emigrata negli ultimi trent'anni, restan coloro che partire non possono, spesso sostenuti dalle "rimesse" degli emigrati). Sto mettendo assieme materiale per seguire nei dettagli cosa è cambiato, per chi, quali le soluzioni locali a problemi devastanti ed imprevedibili anche se da molti previsti...
A presto gli aggiornamenti.

*link : "Puerto Rico's mayors describe widespread devastation from Hurricane Maria", http://www.sfgate.com/news/article/Puerto-Rico...
**link : https://en.wikipedia.org/wiki/Puerto...
***link : https://en.wikipedia.org/wiki/Hurricane...
****link : http://www.miamiherald.com/news/...

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22.9.17

Harvey, Irma e Maria : l'accelerazione della Fine

"Non c'è una sola specie appartenente al genere Homo,
bensì ce ne sono tre: lo scimpanzé comune,
Homo Troglodytes; lo scimpanzé pigmeo, Homo paniscus;
e il terzo scimpanzé o scimpanzé umano, Homo sapiens."
Jared Mason Diamond

Siamo sempre stati dei cretini, e lo sappiamo, ma i nostri specchi ed i nostri schermi ci rimandano l'immagine di qualcosa che è ancora Qualcuno. Siamo noi, ancora rasati, ancora pettinati, ancora illuminati dalla lampadina della sala da bagno. Ancora ci piacciamo, ma come per il mito di Narciso, il lago è la morte che si specchia in noi e non siamo solo noi che vediamo riflessa la prova della nostra Bella Esistenza.
Ma come i batteri nei vetrini, sempre più felici, arrapati e sazii nei loro sistemi chiusi, noi della Fine ce ne accorgeremo solo molto dopo che tutto avrà iniziato a scomparire per sempre, quando attorno a noi si saranno accumulati monti di cadaveri.
...Detto questo, tanto per assicurarsi che c'è poco o forse sempre meno da ridere, passiamo ai fatti.
Ho accumulato materiale e riflessioni per fare un punto sulla "hurricane season" e il mio intuito mi dice che il caso Porto Rico è per ora e potrà essere in assoluto il più interessante (discreto numero di abitanti, medio-alta resilienza, PIL pro-capite elevato, sistema chiuso, isola politicamente indipendente, etc.), non trascurando tutto il materiale riguardante l'impatto economicamente e socialmente devastante degli uragani sul Texas e la Florida, oltre che su varie isolette dove tutto quel che riguarda la civilizzazione di homo sapiens sapiens è stato spazzato via o reso inservibile (in parte per sempre?).
Il lavoro sarà arduo, ma l'accelerazione che questi eventi "previsti ma imprevedibili" danno alla fine dell'era dell'energia in quantità, facile ed economica, è senza precedenti nella storia dell'umanità, a parte forse la Seconda Guerra Mondiale e la Crisi Energetica del 1973 che in realtà dovrebbe essere studiata come Grande Crisi Energetica 1973-1985, ma, se ci saranno ancora i libri, ne parleremo tra 80 anni.
 
 
( immagine: "2017 Atlantic hurricane season summary, september the 21st" ; fonte : WikiProject Tropical cyclones/Tracks // sfondo : "NASA" // dati traiettorie uragani e tempeste del "National Hurricane Center's Atlantic hurricane database" ) 


18.12.15

Tre segni dell'abisso economico prossimo venturo

"Il denaro possiede la proprietà di comprar tutto 
ed appropriarsi di tutti gli oggetti,
è l'oggetto in senso eminente...
L'universalità della sua proprietà costituisce l'onnipotenza del suo essere."
Karl Marx


Ora immaginiamo un (nuovo?) mondo in cui il denaro non vale più nulla, nella pratica. E l'economia mondiale è immobile, per mesi o  per anni. Cosa accadrebbe? Lo vedremo forse presto, ecco tre grafici con commento, immagini inequivocabili sulla grave crisi economica in atto e sui tempi durissimi in arrivo. Gli indicatori economici che tratto in questo breve testo allertano ancora di più e da più vicino riguardo al crollo in atto ed allo scivoltamento prossimo venturo. Chi non si è preparato, rendendo solide l'economia domestica o della propria impresa come poteva, è bene che lo faccia ora, con tutta la calma, la razionalità e la lucidità possibili.


       1. Tutto è fermo.

Il Baltic Dry Index, indicatore relativo alle navi cargo che trasportano materiali "secchi" quali carbone, ferro, grano, et cetera segnala la dinamicità dei mercati mondiali e anche la "forza" della domanda e dell'offerta di tali merci e segnala, in breve, la tendenza della congiuntura economica. Nato nel lontano 1985, tre giorni fa ha toccato il minimo valore di sempre, segno che una grave crisi economica è già in atto ed esplosioni di debito sono possibili a breve.




       2. Il denaro perde irreversibilmente velocità, quindi tutto il proprio valore.

La Velocità di circolazione dello stock monetario M2 (dollaro) indica la frequenza media di spesa del dollaro in un dato periodo di tempo, in sintesi: più la velocità è bassa, più l'economia reale è "morente". Anche qui, da quando queste misurazioni esistono, siamo al record negativo di sempre. In una parola: l'economia mondiale, vista dall'ottica del dollaro (ma la Velocità di circolazione del dollaro equivale ancora alla velocità dell'economia mondiale, nella pratica...), non è mai stata tanto vicina al collasso totale, si prepara una recessione forse di durata ed intensità inimmaginabili. Il valore del denaro è di fatto dato dalla rapidità di scambio e dalla domanda di denaro, di per se stesso non avrebbe e non ha alcun valore. Non importa quanto denaro esiste, ma quanto tempo il denaro passa senza incarnarsi negli oggetti e negli scambi. Mai come oggi il denaro è "morto", ma su di esso si basa la vita di un intera specie animale...



       3. L'industria occidentale del petrolio e la finanza degli stati esportatori stanno collassando

La Quotazione del petrolio al Nymex non ha bisogno di spiegazioni..., da decenni il valore del petrolio e le sue variazioni (la volatilità) indicano inequivocabilmente la tenuta dei mercati, quindi del mercato obbligazionario mondiale e la tenuta dei debiti sovrani, oltre che dirci "dove va l'economia", perchè un mondo che non necessita della prima e più efficace forma di carburante dell'economia stessa, è un mondo dove il commercio e l'industria entrano in uno stato di coma. Da questo grafico si evince una ondata di panico senza precedenti sui mercati, con cinque o sei punte di vendite tali da far fallire nei prossimi anni qualche intera nazione (l'intera galassia dei paesi OPEC fallirebbe entro 5 anni perchè con questi prezzi, nessun tipo di petrolio oggi sul mercato è redditizio*).



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4.12.15

Intanto a Fukushima... Più ruggine, più radiazioni, più morti


"L'umanità si prende troppo sul serio. 
È il peccato originale del mondo. 
Se l'uomo delle caverne fosse stato capace di ridere, 
la storia sarebbe stata diversa." 
Oscar Wilde, da "Il ritratto di Dorian Gray" , 1891


La fine del mondo tecnocratico, di giacca e cravatta, di calcoli e strategie, non la vediamo forse tutti i giorni? Miliardi di miliardi di denari, accantonati grazie alla depredazione della natura, spesi per produrre energia per depredare altra nature... E pou un bel giorno, tutto questo mondo serio e serioso si prende 20 metri di onda sulla faccia, ed una sola centrale nucleare saltata per aria ti sterilizza un oceano in qualche anno. Per queste ed altre ragioni, nessuna riunione di paesi mondiali potrà davvero nulla o pochissimo, e le soluzioni saranno solo locali, l'infinitesima soluzione siete voi che leggete.
Appena fuori dal PCV del reattore 3 alla centrale distrutta dallo tsunami del 2011, "Fukushima Daichi", 1,2 Sv/h di radiazione*, un sacco di "scintille" da radiazione registrate dalla telecamere e soprattutt ruggine in quantità impressionante... Ennesima prova che per l'intervento umano non c'è nessuna  possibilità, ne' ora ne' tra cento anni, a queste dosi, la dose mortale certa di radiazione è di une mezzora. Anche un intervento di qualche minuto scatenerebbe forme tumorali in seguito.
E mentre si parla ufficialmente di "zero" morti da radiazione (a parte 6 operai), la Prefettura di Fukushima parla di 1232 morti per il 2014**, il bilancio dovrebbe aumentare ancora per qualche anno. In ogni caso, che ci importa?
Beh, ad esempio l'industria della pesca nelle coste pacifiche, tra overfishing, radiazioni e cambiamento climatico, va verso il Nulla***; segno chiarissimo che la vita aquatica del Pacifico è compromessa per qualche secolo: i mammiferi che vivono di pesce stanno di fatto estiguendosi (nel Pacifico), un esempio, fonti istituzionali di quest'anno (NOAA, National Oceanic And Atmospheric Administrtion)****, riportanod della morte del "90% dei leoni marini della generazione dell'anno 2015; nello specifico, 2250 leoni marini, per lo più cuccioli, sono stati trovati morti sulle coste californiane dall'inizio dell'anno".
  

*link : http://fukushima-diary.com/2015/11/video-1-2-svh-detected...
**link : http://www.globalresearch.ca/fukushima-disaster-caused-at-least-1232-fatalities...
***link : http://www.naturalnews.com/049446_Pacific_Ocean_fisheries_Fukushima_radiation...
****link : http://www.shtfplan.com/headline-news/food-chain-catastrophe...
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18.11.15

Fa caldo...

Non vorrei essere il solito pessimista, ma se tutto va bene siamo nello scenario "Runaway climate change" quello in cui i depositi di clatrati verranno letteralmente sparati nell'atmosfera a causa del riscaldamento globale troppo rapido* e i clatrati (quindi un sacco di metano) in atmosfera non faranno che accelerare il processo in corso.

L'aumento di temperatura e delle concentrazione di metano atmosferico** stanno assumendo un andamento esponenziale. 
Come provano i due grafici con gli ultimi dati...  
Quindi?
Che fare?
...


Secondo certi pazzerelli che avevano previsto lo scenario dell'impazzimento irreversibile del clima, con clatrati tutti in atmosfera, ci attende un aumento del livello degli oceani di 50 metri entro la fine del secolo. 
Non di 5 metri.

*link : http://climate.nasa.gov/vital-signs/global-temperature/
**link : http://www.eea.europa.eu/data-and-maps...


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13.11.15

L'acqua al collo (esempio Belgio e Francia)

Dal 1850 ad oggi gli oceani hanno guadagnato mezzo metro; nessun segno di abbassamento, ne' di rallentamento nell'aumento del livello globale medio delle acque marine.
Non c'è scampo, ne' via di ritorno a breve termine. Addirittura, secondo l'organizzazione scientifica indipendente Climate Central* ed i suoi ultimi dati, anche facendo qualcosa, almeno la costa settentrionale di Francia e Belgio sarà in parte permamentemente inondata ed in parte completamente occupata dal mare entro il 2050. C'è pure una centrale nucleare attiva, da quelle parti (Centrale Nucleare di Gravelines, la più produttiva al mondo, 5500 MWh di potenza nominale, 1000 TWh prodotti in 30 anni) e che ogni inverno da un paio di anni si ferma, due o tre volte, giusto per l'alta marea perchè - udite ! udite !- è in parte costruita su un polder che nel 1980 era già a 5 metri sotto il livello del mare.
E vicino a Dunkerque stanno per terminare un terminale per il gas, il più grande d'Europa, costato oltre 2 miliardi di euro e che non sarà già più operativo tra un decennio, per cause meteo/climatiche...
Sul sito di Climate Central si possono simulare tutte le aree del pianeta, compreso il Mediterraneo e c'è poco da ridere. Milioni di case, imprese, servizi, siti industriali e perfino centrali nucleari ancora attive, dovranno essere abbandonati, messi in sicurezza, demoliti entro trent'anni. Opera titanica, per la quale non esiste nessun vero piano, nessuna volontà politica, nessun investimento,.. niente.
Ed ancora oggi, invece, si investono miliardi e ci si indebita - tutti - per nuove costruzioni, strade e cretinate varie da piazzare proprio là, dove tra neanche due generazioni il mare avrà preso tutto.
Dalle istituzioni fino al più umile cittadino, invece di riflettere razionalmente si preferisce lasciare che in silenzio e pian piano crescano la catastrofe, la rivolta ed il caos. 
Questo è homo sapiens sapiens.
Tanto peggio per noi.

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2.3.15

Lo spettacolare collasso dell'Ucraina

Lo vedete questo manifesto? E' del 1921. Quando quel bacino produceva da solo il 20% di tutto il carbone mondiale (ad oggi la Russia intera produce il 18% del carbone mondiale...).
Propagandava il "serbatoio" di tutti i russi. L'area di Donetsk sarebbe stata per decenni la miniera di carbone del resto della Russia.
Perfetto.
Benissimo.
Ma cosa accade, dopo?
Avete letto il librino "la Terra svuotata" di Ugo Bardi?
Se l'avete fatto, di certo avete già provveduto a far pace coi vicini, montar progetti per aumentare l'autonomia reale della vostra comunità in fatto di energia (che comprende cibo, acqua,...)... e di quel che accade ai poveri ucraini, o siriani o nigeriani..., a voi importa relativamente poco.

Ma... Veniamo all'Ucraina. Con la produzione di carbone diminuita di 10 volte in vent'anni, ad esempio. Ma non solo questo dettaglio problematico.

Oh, guarda un po', vedo che tirala di qua e tirala di là, l'Ucraina è implosa di nuovo.
A parte la tregua, la situazione non potrà che peggiorare e coinvolgere qualche vicino, se non altro per la ondata provvisoria di profughi in vista, vista l'iperinflazione in corso (ufficiale al 28%, ufficiosa al 270%), visto il blocco quasi totale di servizi periferici in gran parte del paese. Romania e soprattutto Moldavia potrebbero presto essere contagiati dal collasso massivo ucraino.
Qui di seguito il costo dell'assicurazione del debito ucraino, non avevo mai visto una scalata simile, ne' in termini relativi ne' assoluti, se non forse per il crac islandese. Altrimenti è "solo" una tipica impennata dovuta all'esplosione di un conflitto armato. Ecco quindi il grafico del valore del credit default swap ucraino...


E nel frattempo la moneta non vale più nulla. Osserviamo l'apprezzamento impressionante dell'oro sulla moneta ucraina (la grivnia) in questo grafico agghiacciante...


Ed il PIL ucraino l'anno scorso è piombato giù del 15%, mica bruscolini.
Alcune informazioni sul presente preoccupante che non ho trovato sui mass-media: l'Inghilterra che manda 75 ufficiali istruttori per appoggiare l'esercito ucraino.  E nonostante premi, incentivi ed aumenti, l'esercito ucraino ha le paghe più basse di tutta Europa. Tra i problemi collaterali, una vera e propria epidemia di HIV soprattutto nei neonati, a causa della penuria di medicine, per lo più i retrovirali. Ufficialmente, infine, 1 milione di rifugiati interni, ma chi ne ha le possibilità lascia addirittura il paese.
Certo sarà contento abbastanza il signor Porochenko, oligarca mafioso esattamente come tutti quelli che voltano le spalle a Putin, secondo come tira il vento: in dollari, in euro o in yuan.
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21.10.14

Sono ancora qui

Approfitto di un messaggio di un lettore, a cui ho voluto rispondere nei commenti e replico qui un messaggio per tutti.
Io sono ancora vivo, rassicuro tutti i lettori (o quei pochi che ancora passano per vedere se aggiorno o se reagisco...). La "morte di blog" riguardo ecologia ed energia... è piuttosto normale visti i tempi che corrono. Ormai le crisi si susseguono più frequenti, forse più subdole, e certo la "gente" non è certo là pronta a farsi spaventare o mettere in guardia come lo era qualche anno fa.
Il tempo per seguire il blog non mi mancherebbe, le informazioni e gli spunti anche, ma diciamo che mi manca la motivazione. Cioè, ora io non vedo cosa potrei aggiungere che i miei lettori non sappiano già o non possano sapere semplicemente volendolo e leggiucchiando di qua e di là.

E comunque, entrare nei dettagli o magari in una fase del mio blog fatta di "io l'avevo detto", non solo non mi va, ma credo sia controproducente. Anche lo fossi, profeta (e non credo, tante volte mi son sbagliato a pre-vedere), nessun vero profeta è stato davvero ascoltato (tranne che da altri profeti). Quindi, a che serve tutto questo?
Chi ha capito in che direzione andranno le cose degli umani, o sta già facendo il necessario per ricreare delle comunità resilienti o è ora che si dia una mossa, per certi aspetti non è mai troppo tardi.
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2.3.14

Da che parte sto? Dall'unica possibile, la Russia

Visti gli accadimenti in Ucraina degli ultimi quattro mesi, tutte le azioni russe degli ultimi giorni sono più che legittime, sono anzi doverose. Viste le mosse avventate ed azzardate degli ucraini, sospinti da istanze occidentali poco limpide nelle ultime settimane, tanto meglio che la Crimea diventi anzi ritorni ad essere definitivamente russa (ha già governo proprio, pur essendo nei confini nazionali ucraini per un sostanziale grave "sbaglio", una leggerezza imperdonabile di Krusciov e del partito, proprio 60 anni fa), come è naturale che sia da 300 anni a questa parte, con la convivenza pacifica di più popoli, tatari in testa. Una Crimea "rubata" ai russi in un contesto di Ucraina "libera", occupata definitivamente dai poteri finanziari americani e fintamente nell'area UE, sarebbe un vero disastro per tutti
La Prima Guerra Mondiale ebbe inizio in Serbia.
La Seconda Guerra Mondiale in Polonia.
L'asse geopolitico del mondo si sta spostando ad Est e a Sud.
Una guerra globale resta un evento poco probabile, ma aumentano giorno dopo giorno le probabilità di una Terza Guerra Mondiale, a partire proprio dal caos ucraino.
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12.2.14

Francia, il gennaio più caldo da 114 anni

In Francia è il gennaio più caldo degli ultimi 114 anni.
Questo è lo scarto sul dato medio di tutte le temperature medie.

E' un fatto: a pari-merito con gennaio 1988 e gennaio 1936, il gennaio 2014 è stato per la Francia metropolitana il più caldo dall'inizio delle serie statistiche, ovvero dal 1900.
Questa a lato, per il miscredente di turno, è la carta con le anomalie sulla media 1981-2010. In Borgogna, nel Centro e nel Sud-Ovest si parla di ASSENZA di inverno. Solo nei Pirenei ed in un pezzetto di Alpi Marittime si è visto un dato più fresco, di pochissimo, rispetto al normale. Il resto è evidentemente più caldo, caro il mio lettore che crede solo a quello che lo rassicura...
La frase che segue, risultato dell'analisi dei dati MeteoConsult e MeteoFrance (i due unici enti abilitati a rilasciare certificati meteo a valore legale in Francia), la dedico al commentatore che dice che lui ha avuto più freddo del solito, ha consumato la bombola del gas più che mai etc.

"Le mois de janvier 2014 restera une référence (en France), 
comme étant le plus chaud depuis 1900, ex-aequo avec 1988 et 1936."

Ma ho un lettore che ha consumato più gas dell'anno scorso, quindi non è vero.
E se non è vero che è più caldo, come dicono i media pagati da Al Gore, allora tra poco inizia l'era glaciale in Antartide e poi pure nell'Artico.

link : http://actualite.lachainemeteo.com/actualite-meteo/2014-02-06-14h24/pas-d-hiver-cette-annee---24099.php
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Nell'Artico è già primavera

Negli ultimi 30 giorni, in un'area dell'Oceano Artico grande come l'Europa, ci sono stati in media 20°C in più rispetto alla media 1985-1996, annate per altro non particolarmente fredde. La Groenlandia è un'unico camino di metano che sale dal permafrost, alimentando la troposfera con potentissimo effetto-serra. La previsione IPCC 2007 prevede un riscaldamento della temperatura atmosferica tra i 2,5 ed i 10°C entro il secolo*; non ci sarà nessun raffreddamento globale significativo, questo almeno un paio di secoli; quando da tempo "internet", "petroliera" o "vacanza" saranno parole dimenticate da decenni. 
Ricordando che già 2° più di oggi spazzeranno via il 90% dei cereali... non voglio pensare a quel miliardino e mezzo di umani che abita già oggi dentro agli oceani. Gli estremi meteo si estremizzeranno ancora, la catastrofe climatica è servita e nemmeno avremo strumenti per prevenire e proteggerci.

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11.2.14

Europa, anche per febbraio sarà record di calore

Riconferma dello scenario "runaway" del clima terrestre, con impennata estrema della temperatura media entro il secolo e scioglimento, evidente, anche dell'Antartide.
Ecco infatti il grafico previsionale delle anomalie di temperatura al suolo, a cura della NOAA*, che confermerebbe l'ipotesi di un anno "senza inverno" per buona parte dell'Europa. La Groenlandia orientale, le Svalbard e l'Islanda sono alle prese con un periodo estremamente caldo, stesso scenario primaverile sui rilievi dei Balcani e le pianure della Russia occidentale dove c'è stato il record di settimane senza precipitazioni nevose quest'inverno. Credo che dall'anno prossimo i grafici della di sintesi della NOAA avranno il dato massimo di anomalia in scala a +5°C e non più a +4°C, perchè le aree interessate da forti anomalie sono ormai piuttosto vaste e va specificata una tranche ulteriore di temperatura. Vi ricordate avevo parlato di questo problema a proposito dell'Australia, dove nelle inforgrafiche del servizio meteo nazionale hanno dovuto aggiungere al nero, che era il massimo indice, il colore viola e poi addirittura il lilla quando le temperature massime superano rispettivamente i +52°C ed i +54°C**, ovviamente si parla di temperatura massima misurata all'ombra.
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10.2.14

Intanto in Inghilterra...

Anche il Tamigi in questo inizio di 2014 si cimenta in una piena storica*. Nell'immagine a lato la situazione aggiornata alla serata di ieri, con decine di kilometri quadrati periurbani ed urbani inondati e molte zone in massima allerta, dopo che il gennaio pù piovoso da 248 anni ha inzuppato tutta l'Inghilterra per bene**.
Per volumi e velocità dei flussi dovrebbe battere tutte le piene degli ultimi 100 anni tranne quella del 1947, sopravanzando quella del 1928. Il sistema di dighe approntato dal 1973 ad oggi pare che riuscirà senza problemi particolari a salvare le zone più abitate e più a rischio, ma intere frazioni, piccole cittadine ed una caterva di terreni agricoli sono danneggiati in modo piuttosto grave, temporaneo, ma grave. La grande fortuna della città di Londra è che dal lato Est il mare sta ricevendo bene e riceverà bene l'acqua in più. Ma per quante altre volte andrà ancora bene? L'intensità delle piene aumenta. Dopo 3 piene importanti nei primi 50 anni del 20esimo secolo, ce ne sono state una dozzina nell'ultima metà del secolo scorso.
Tra Francia e Inghilterra ogni otto o nove anni c'è una "piena del secolo" di qualche fiume, sempre in attesa di quella temutissima della Senna che ha tanta voglia di spazzare via mezza Parigi... Insomma non promette bene per il futuro. Voi cosa ne pensate?
Tra ieri ed oggi tutti gli indicatori sul Tamigi, soprattutto i rilevatori installati dagli anni '80 in poi, hanno battuto ogni record, le chiuse stanno facendo il loro lavoro per salvare Londra, ma si contano già ingenti danni e mesi di lavoro per tornare alla normalità. La fase di emergenza, che vede mobilitato ovunque l'esercito (ormai la guerra inglese non è più in Afghanistan contro i barbuti, ma in casa propria contro Madre Natura...), dovrebbe fermarsi presto anche se pioverà ancora molto per tre giorni, perchè il giorno 12 nella Manica passerà un'altra tempesta da 130-140 km/h di vento coi suoi altri 20-50 mm di pioggia quotidiani e 120 mm cumulati in sud Cornovaglia.
A queste pagina tutti i livelli del Tamigi ed affluenti***.
*link : "England suffered the wettest January since 1766, and the Environment Agency said it is also moving toward the wettest winter in 250 years" http://edition.cnn.com/2014/02/10/world/europe/uk-weather/index.html?hpt=ieu_c2
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8.2.14

Francia, costa atlantica : il mare ne mangia oltre 2 metri all'anno

La costa soprattutto di pianura sud-occidentale francese, tra Bayonne et Royan perde in media 2 metri all'anno, parliamo di profondità non di lunghezza sia ben inteso. Negli ultimi 173 anni sono stati persi fino a 200 metri di costa* lungo la costa attorno a Montelivet*, i settori più stabili hanno perso comunque 50 metri. Visto che in media restano 150 metri di spaggia (e 50 metri di dune), non è follia dire che entro questo secolo dalle parti delle Lande francesi non sarà rimasta che uno zoccolo, una piccola falesia con poca sabbia sopra e "dietro", ma senza più spiaggia.
I più testarsi faranno il bagno nelle nuove paludi salate che si stanno già creando giusto a ridosso dell'ultima duna.
La sedimentazione, che alimenta invece la costa laddove ci sono foci o estuari, ha apportato in un secolo neanche una decina di metri di materiali soprattuto verso lo sbocco della Gironda... Questa in video è l'ennesima distruzione della penosa passerella alla spiaggia di Montelivet, un orrore in cemento come se ne vedono spesso anche in Italia, costruita e ricostruita millanta volte per i sacrosanti turisti dai piedi esigenti facendo vincere elezioni su elezioni alla "malavita organizzata legalizzata" di turno (leggasi: sindaci e assessori). Una decina di metri di costa e opere in cemento di varia stazza sono state spazzate via in una notte dalla tempesta Petra. La bella notizia è che la vogliono ricostruire al più presto, correte al lavoro, al lavoro vai di cazzuola!

*link : http://books.google.fr/books?...Montalivet...cote...erosion
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7.2.14

Francia sommersa, e domani si replica


Domani, di nuovo e stavolta non per una tempesta ma per una semplice "depressione" (Ruth), su oltre 500 km di coste francesi sono attese onde di oltre 10 metri con punte di 19 (nei giorni scorsi è stata misurato a terra l'arrivo di un'onda di 23,6 metri) . Questo a lato è l'ultimo dato grafico di MétéoConsult.fr.
Per la terza volta in due settimane c'è allarme rosso (chiusura di centinaia di strade, provinciali e statali; allerta di tutti i servizi pubblici;doppi turni per i funzionari pubblici interessati all'emergenza; forze dell'ordine mobilitate a pieno organico; prefetture al lavoro 24 ore al giorno, etc.).
Ci sono due città, comunicanti ma ben lontane dal mare, parzialmente sommerse, Morlaix et Quimper, quest'ultima è addirittura capoluogo. Il forte vento, la depressione atmosferica importante, il gioco delle maree e le piene dei fiumicelli bretoni sono gli ingredienti del disastrino in corso. La prima è sott'acqua per la terza volta da Natale (a Morlaix, addirittura dal 2004 si attende di vedere chi paga i lavori straordinari anti-inondazioni* che nessuno vuole fare; nella civile, progredita, previdente e ricca Francia dove lo Stato comunque non è meno fallito e impotente che in Italia), la seconda città invece è sott'acqua per la terza volta. 
A Quimper infatti il centro storico è inondato ormai ogni anno da un fiumicello che ho visitato personalmente in giugno ed è "ridicolo" alto 20 cm in bassa marea  e 100 cm in alta marea. In questa  mia foto, a lato vedete il ponte accanto al quale c'è il rilevatore della vigilanza piene, potreste consultare i dati in diretta ma il rilevatore di VigiCrue.fr è "saltato" durant l'ultima tempesta di alcuni giorni fa, una volta raggiunti i 383 cm (ben oltre quegli argini di meno di 3 metri). A Quimper i commercianti del centro dicon che hanno già perso tutto varie volte**, poi vado a vedere sulle mappe quale quartiere è inondato... è quello storico. Quindi non è solo il nuovo e speculativo più a valle, su antichi sabbioni e paludi, a finir sotto regolarmente, ma anche la parte più antica e "sicura".

Insomma. Siamo a quanti metri di litorale perso all'anno? 1 metro? O piuttosto 5 o forse 10? Moltiplicato per 500, 700 o 1000 km di coste fa comunque una bella fetta di terra. Con costi esorbitanti ed infatti non a caso a parte qualche nuova diga "speculativa", non mi pare si faccia un granchè come lavori in quell'area estrema della Bretagna che ho interamente percorso in giugno, kilometro per kilometro.
E poi la sapete una cosa? 
La Bretagna, che ormai arriva a manifestare anche contro le inondazioni***, è la prima regione francese dove è rinato di recente un movimento collettivo ("Bonnets rouges" con riferimento chiarissimo alla Rivoluzione Francese) contro lo stato centrale, una sorta di calderone con associazioni, movimenti e partitini incazzatissimi per mille ragioni (ecco un servizio video di 3 minuti su una delle tante guerrigliette anti-tasse e anti-radar e anti-controllo dell'autunno ed inverno 2013****, di cui nessuno ha parlato fuori Francia). Vuoi vedere che la crisi agricola, quella economica, quella sociale e culturale siano legate a quella climatica?

Ma ripetiamo insieme la litania...
I poli non si stanno sciogliendo.
Gli oceani non si sta alzando.
L'atmosfera non si sta caricando pazzamente di energia esplosiva.
La vita continuerà come ed anche meglio di prima...


*link : http://www.lemonde.fr/planete/article/2014/02/07/a-morlaix-l-eau-revient-et-la-colere-monte_4361998_3244.html
**link : http://www.ouest-france.fr/inondations-quimper-la-colere-des-commercants-1913486
***link : http://www.lefigaro.fr/actualite-france/2014/02/01/01016-20140201ARTFIG00142-dans-le-finistere-les-gens-en-ont-marre-des-inondations.php
****link : http://videos.tf1.fr/jt-we/2013/bretagne-la-colere-des-bonnets-rouges-ne-faiblit-pas-8308631.html
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5.2.14

23,60 metri d'onda? Ci facciano l'abitudine

Un doppio aggiornamento al mio post qua sotto, giusto per i catastrofisti.
Prima una immagine dei venti previsti in Bretagna al passaggio della prossima tempesta, almeno 90 km/h di media sulla costa (raffiche fino a 180 kmh, ne parla il sito da cui ho preso l'immagine, La Chaîne Météo). Quella che sta passando aveva 80 km/h di "sustained gusts" come si dice in caso di uragani, e ha toccato i 155 km/h di raffica.
La prima delle tre tempeste che arrivano sulla Francia in questi giorni, Petra, appunto la più leggera, è passata quindi in queste ore sulla Francia con raffiche a terra di oltre 150 km/h ed un'onda rilevata di 23,6 metri* (non in alto mare, ma sono onde infrante sull'arcipelago di Molène! La puntina in alto ad Ovest...), supportata da un fattore di marea "medio"; figuriamoci se era alto! Causa depressione ben scavata, il mare è stato mediamente più alto di 12 metri per un'area grande come il Nord Italia...

E vi ricordate quando parlavo della povera isoletta bretone ricolonizzata da una famigliola di coltivatori di patate**? Ecco. Sono tornati a scrivere sul loro blog*** dopo alcuni giorni: stimano di aver perso fino a 5 metri di litorale solo con l'ultima mareggiata dovuta alla coda della tempesta Okka, con venti forza 9 del 3 febbraio (e non voglio pensare cosa stia succedendo proprio ora con la tempesta Petra e venti a forza 10 su 12 della Scala di Beaufort.....). Da Natale tra i tira e molla l'isola dovrebbe aver perso abbastanza superficie totale e soprattutto molto coltivabile per patate e ancora di più per il pascolo.

*1. (spiegazione video) http://actualite.lachainemeteo.com/actualite-meteo/2014-02-05-11h03/19-metres-de-houle-en-bretagne---tout-savoir-sur-la-mer-agitee-24088.php
*2. Registrata un'onda di 23,60 m; rilevata in località Pierres Noires : http://www.francebleu.fr/infos/intemperies/la-tempete-petra-secoue-la-bretagne-1251706
**http://petrolitico.blogspot.fr/2014/01/guaio-globale-effetti-locali.html
***http://iledequemenes.hautetfort.com/
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Francia, il cambiamento climatico fa paura

Per la Francia è stato il gennaio 2014 il più caldo degli ultimi 115 anni (a pari merito col 1936 e 1988)*. E' il primo anno che noto la nuova abitudine delle cinciallegre, non sono venute sul terrazzo a cibarsi di semi di girasole perchè c'è "talmente caldo che trovano ancora insetti in quantità, una sorta di scenario tropicale", lo conferma la LPO (il corrispondente francese dalla LIPU, lega protezione degli uccelli).

E dal Nord-Ovest Atlantico dove la superficie marina regista un pazzesco +0,81°C di anomalia sulla media e addirittura davanti alle coste di Terranova, Newfoundland
, una zona d'acqua grande come la Bulgaria con oltre 4°C di anomalia rispetto alla media 1979-2000, come da grafico, sta arrivando letteralmente di tutto sulle coste europee, metereologicamene parlando. Per non parlare dei 3 metri e mezzo di neve caduti nel Cadore profondo negli ultimi quattro giorni, mi pare siano quasi 6 metri caduti da dicembre nel bellunese oltre i 1000 m... ma non trovo dati affidabili.

Ed intanto il Polo Nord sta combattendo contro temperature dell'acqua di +4°C, +5°C, anche 10°C superiori alla media trentennale. Il grafico del Climate Change Institute che posto qui a lato evidenzia qualche milione di kilometri quadrati di oceano artico "fuori scala". 
E suggerische anche per questa stagione il passaggio molto più a Nord della Gulf Stream che invece di intiepidire l'Europa, fa bollire l'Artico meridionale.

In foto a lato vedete Morlaix, città allagata dal mare e soprattutto da un fiumicello che si è deciso di interrare in parte, decenni fa, per costruirci strade e palazzi. Allagata 3 volte in un solo mese con due allerte orange e una rouge (rispettivamente grado 3 e grado 4 sula scala Météofrance di 4).
Ma forse il bello deve venire... la Bretagna in queste ore è stata sfiorata da Okka e poi da Petra, ennesime tempesta di questo inverno e ne arriveranno altre tre (!) nei prossimi otto giorni, tra cui Qumaira, che si preannuncia sostanziosa, con un centro depressorio previsto addirittura inferiore a 970 mbar e venti oltre 220 km/h (praticamente un uragano di categoria 4: Xynthia, 968 mbar di depressione, nel 2010 fece 60 morti e 3 mld di euro di danni). Il Nord-Ovest francese è stato in allerta per tutto gennaio, il Sud-Ovest ha vissuto due settimane attanagliato da tre piene di media intensità della Garonne con un villaggio, Idron, che non è stato spazzato via dalla carta per miracolo (qui** articolo con video girato da un drone), addirittura al scorsa settimana in allerta rossa per la concomitanza tra grandi maree, forte burrasca, inondazioni in seguito ai volumi di pioggia e ondate di piena dovute alla precedente tempesta.
Osservando la lista*** delle tempeste metereologiche francesi, non c'è da star tranquilli...
  • 1900-1950... 1 tempesta
  • 1950-2000... 7 tempeste
  • 2000-2014... 13 tempeste
Solo per la stagione invernale in corso siamo a otto tempeste (diciamo che sono il corrispettivo di uragani di grado 1 o 2). Sintetizzando, ormai in un mese si scatena l'energia che un secolo fa era diluita su dieci anni. 
Va male. Molto male.
Questo accade con un aumento delle temperature medie di 1,5°C su un secolo****.
Il problema è che di questi 1,5°C supplementari la Francia ne ha presi 0,7 solamente negli ultimi 20 anni. 6 delle dieci annate più calde dal 1900 ad oggi sono state registrate dopo il 2000.
Ovviamente i giornali ed il governo francese parlano (urlano!) da due mesi esclusivamente di
- antisemitismo
- omofobia
- calcio e rugby
- inserimento dell'educazione sessuale dalla scuola materna
- etc.
Bocca, pene, ano, piedi... Ecco dove è concentrata tutta l'attenzione delle nostre società post-industriali.
Il cervello? Inutile orpello sostituito da smartfoni assemblati da schiavi.

*link : http://www.ouest-france.fr/meteo-record-historique-de-douceur-egale-en-janvier-1904872 
**link : http://www.larepubliquedespyrenees.fr/2014/01/26/idron-bizanos-les-inondations-filmees-par-un-drone,1176247.php
*** Emmanuel Garnier, storico del clima; Université de Caen/CNRS ; link : http://www.crhq.cnrs.fr/_index.php?page=biblio/G/Garnier-E-pub
****link : http://www.faire-territoire.fr/2012/20120801_evolution_temperature_france.php
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