14.10.17

Antartide, i ghiacci si riducono

"Di 66 metri sarà aumentato 
un bel giorno il livello medio dei mari 
per lo scioglimento del ghiaccio-su-terra...
Di questi, ben 58 saranno stati causati 
dallo scioglimento antartico."
David Vaughan, IPCC* (2013)

Mentre è ancora presto per discutere dell'immenso buco nei ghiacci marini antartici rilevato in settembre (nel linguaggio specialistico geografico, si tratta di una "polinia", ovvero area d'acqua marina libera dai ghiacci e circondata dalla banchisa) che si trova in posizione 64°S 5°E nella Terra della Regina Maud di giurisdizione norvegese), un punto è possibile sull'estensione massima del ghiaccio marino, tratto dai recentissimi dati del National Snow and Ice Data Center**. 
Le cose pare non vadano ne' meglio, ne' bene per l'emisfero sud del Pianeta. Lo si vede dalle curve degli anni precedenti, rispetto alla azzurrina del 2017...

La massima estensione invernale antartica per il 2017 è ben sotto ai 18 milioni di kilometri quadrati, l'annata è la seconda degli ultimi decenni, di molto inferiore alla media trentennale che si attesta a poco meno di 19 mln di km². La causa ritenuta principale dello scioglimento (o piuttosto del non-congelamento) di quest'anno è stata l'inusuale intensità e presenza di vento, addirittura con alcune settimane di tempesta di troppo, con conseguente fattore d'onda elevato, cosa che ha logicamente impedito, a parità di temperature localmente nella media, una coesione duratura ed un aumento di spessore delle parti di banchisa più sottili. 

Quanto alle medie delle temperature atmosferiche, il Reader Project*** possiede la cronologia di varie stazioni meteo degli ultimi decenni. In particolare, la media di settembre 2017 alla stazione di rilevamento Vostok a 3490 m di altitudine (e che giace sopra 3000 metri di ghiaccio accumulato negli ultimi 500 000 anni) è stata di -66,2°C, nella norma. 
Per la stazione Carlini/Jubany****, a soli 3 m di altitudine e ben vicina al continente americano, la media è stata di -3,6°C, pressochè identica alla media degli ultimi 12 anni. Scartabellando tra le varie stazioni ed i dati disponibili, mediamente mi pare di poter dire che le temperature sono nella media degli ultimi 40 anni. 
Conclusione... Le cose potevano peggiorare anche per l'Antartide. E lo hanno puntualmente fatto. L'immissione in atmosfera, senza precedenti, di gas serra degli ultimi decenni a causa dell'era bruciolitica che mangia carbone, petrolio, gas, legname come non mai... sta avendo conseguenze anche laggiù. Poco contano i dati sulle abbondanti nevicate dell'annata in corso (che denotano una umidificazione ed un certo riscaldamento atmosferico), il trend antartico è anch'esso negativo. 

*link : http://ipcc.ch/
**link : http://nsidc.org/arcticseaicenews/ 
***link : https://legacy.bas.ac.uk/met/READER/
****link : https://en.wikipedia.org/wiki/Carlini_Base
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5.10.17

Porto Rico, 20 giorni dopo Maria


"Le cose vanno molto male a Porto Rico. 
Niente acqua, niente energia, niente gas. 
Nessuno di coloro che arrivano sa quando tornerà indietro." 
Yaima Escobar, portoricana a Miami 

I danni estremi causati a Porto Rico dal passaggio dell'uragano Maria non sono ancora calcolabili con precisione, anche perchè lo strascico di eventi correlati non è terminato, ma le ultime notizie* confermano che il primo bilancio era purtroppo ottimistico. 

Il danno economico totale si attesta attorno ai 90 miliardi di dollari, ed il dato sulle perdite umane sale a 34 e non 16 come comunicato fino a pochi giorni fa, per fortuna siamo lontani dai 1800 morti sul suolo americano causati da Katrina nel 2005, ma per quel che riguarda il danno di Maria sull'economia portoricana, la cifra di 90 miliardi è spaventosa. Incute paura se consideriamo che è pari ad oltre il 90% del PIL nazionale. Nessun paese al mondo mi pare abbia subito una catastrofe di tale portata nell'era moderna (mi correggeranno i lettori, se sbaglio).

E come reagiscono i portoricani?
Scappando**. Dopo il ripristino dell'aeroporto internazionale i voli sono ora regolari e chi ha potuto comprare un biglietto è già partito, altri sono in coda accampati dentro e attorno all'aeroporto principale del paese. Da qualche giorno alcuni porti marittimi hanno ripreso ad operare ed i rifugiati climatici portoricani stanno arrivando in Florida anche via nave, ad un ritmo di circa 3000 al giorno (dato estrapolato dai racconti ed articoli disponibili on-line).
Nessuno è ancora in grado di stabilire quanti siano già partiti, secondo il governatore di Porto Rico, Ricardo Rossello "Non saranno migliaia a partire da Porto Rico per gli Stati Uniti, ma milioni."
...Visto che attualmente l'isola prima dell'uragano Maria contava 3,4 milioni di abitanti, oltre la metà potrebbe partire entro pochi mesi ed in tutti i modi possibili.

*link : https://www.japantimes.co.jp/news/2017/10/04...
**link : http://www.latimes.com/nation/la-na-puerto-rico...
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1.10.17

Porto Rico : penuria di cibo, energia, denaro

"Niente agricoltura a Porto Rico. 
Non c'è più, non ce ne sarà più per almeno un anno."
José A. Rivera, contadino

Notizie frammentarie a dieci giorni dopo il passaggio dell'Uragano Maria... Ma i primi calcoli effettuati dalle istituzioni portoricane parlano di una perdita economica dell'agricoltura pari ad almeno 800 milioni di dollari, record storico che batte anche i danni dell'uragano Georges nel 1998, con la distruzione dell'80% dei raccolti. Vero è che l'agricoltura mette assieme nemmeno l'1% del PIL portoricano, ma l'isola aveva tutto sommato un "fattore 15%" di autonomia alimentare, ora dovrà importare e per svariati mesi ben oltre l'85% per sfamare tutti quanti.


Dal punto di vista energetico, il noto black-out elettrico totale, che non è ancora stato interamente risolto, e non lo sarà se lo sarà prima di qualche anno (forse una rete elettrica nazionale e che copra tutto il territorio non esisterà mai più), è dovuto non solo alla violenza dell'evento ma allo stato pietoso del sistema elettrico portoricano, sia dal punto di vista dell'infrastruttura, che dal punto di vista finanziario. Infatti la PREPA** (Puerto Rico Electric Power Authority) doveva già fare i conti con un debito totale, fuori-controllo, di circa 9 miliardi di $ e da qualche mese era stata lanciata la procedura di fallimento, quindi PREPA è una società già in bancarotta visto il passaggio di Maria. Come si legge nell'articolo sotto, da molti mesi addirittura era in cessazione di molti pagamenti e 30% del personale è stato licenziato dal 2012, senza giovamento nei conti di PREPA. Ciliegina sulla torta, nessuno ha voluto o potuto fare i conti con centrali elettriche in media vecchie di 44 anni, la maggiorparte senza alcuna manutenzione e gli standard di sicurezza minimi non sono rispettati da anni. Per quel che riguarda i carburanti, c'è ancora molta confusione, ma le code ai distributori (vedasi foto del 30 settembre, qui sotto) sono di varie ore per una tanica a persona, ma dipende dalle località dell'isola ed ancora non capisco se il coprifuoco (tuttora in atto nelle ore notturne) riguardi anche le vetture private, anche durante il giorno, per alcune zone dell'isola.


Pare che anche il "cash" sia terminato***. Dapprima limitato a 500 $ al giorno per conto corrente, laddove ci fosse stata comunque energia elettrica per erogare denaro, ora il contante è terminato in varie località ed anche allo sportello (laddove le banche abbiano potuto riaprire in sicurezza). Ma d'altronde cosa comprare...? La maggiorparte dei denari ritirati nei primi giorni dopo l'uragano, pare sian stati spesi non tanto per comprare beni di prima necessità, ma per prenotare voli, appena disponibili, e andarsene ricongiungendosi con parenti o amici emigrati in altri stati del continente americano.

Conclusione di questo post... Chi ancora neghi il collasso globale in corso (ecologico, economico, sociale e culturale), non sarà certo convinto dall'odore portoricano nauseabondo dei campi con animali e raccolti in putrefazione, aumentato dall'accumulo di tonnellate di pattume e di deiezioni umane,... perchè nonostante le foto e le testimonianze, l'ottimista non si fa coinvolgere da questo odorino di morte, prova puntuale e locale dell'esistenza appunto di un collasso globale, di cui alla fine "Porto Rico dopo Maria" è un piccolo e lontano esempio...
Quindi, che dire? Che io non scrivo per convincere nessuno a prepararsi, ad armarsi, a fare provviste per eventi catastrofici in particolare, ma testimonio come posso perchè chi legge rinforzi la propria resilienza famigliare, del proprio vicinato o comunità, nel paesino, nel quartiere... Per come è in grado di farlo, ma che questo vada fatto ed al più presto ed in tempi di relativa pace e calma.
Sapendo tuttavia che... le prime cose a mancare, per più giorni ed in modo massiccio, in casi come quello che affligge i portoricani da dieci giorni ad esempio, sono :
- elettricità (quindi acqua potabile, denaro virtuale, rete telefonica e internet,...) ;
- carburanti (ne' per mobilità, ne' per trasporto, riscaldamento, cucina...) ;
- cibo (cibi freschi e soprattutto locali, a partire da quelli del proprio orto, che è in questo caso distrutto) ;
- denaro contante...
Ah, se siete davvero degli inguaribili ottimisti, beh queste cose vi mancherebbero comunque, nelle stesse condizioni di quei signori nella foto in coda per 10 litri di gasolio; e forse mancheranno più a voi che al vostro vicino pessimista. Al quale, inoltre, non mancheranno le armi e le pallottole.

*link : https://www.nytimes.com/2017/09/24/us/puerto-rico-...
**link : https://www.thestar.com/news/world/2017/09/21/puerto-ricos-electric-...
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